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Home page > Categorie > Ottocento > Nelle Nozze di Ida
  • Giovanni Pascoli

  • Nelle Nozze di Ida

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      Addio dunque, Ida sorella di Maria! tu parti, e noi restiamo. Tu ritorni alla dolce patria, e noi ce ne allontaneremo, presto, anche più. La carrozza aspetta alla porta. Non si deve perdere il treno: addio. Quei treni come sono noiosamente puntuali! come, nell’impazienza, fischiano e si scrollano! E impaziente è anche quel giovane biondo e snello: Andiamo, Ida! Egli ti dice: Andiamo, Ida; e noi ti diciamo: Ida nostra, addio!

    Livorno, Coi Tipi di Raff. Giusti, 1895 (settembre), in 16° (164 x 90 mm), brossura originale beige con titoli al piatto superiore, pp. 13 [3].

    Rara edizione originale.

    Il regalo di nozze di Pascoli alla sorella Ida...

    Testo in prosa interrotto da due componimenti poetici, dove il convenzionale tema delle gioie nuziali è soppiantato quello della perdita, della separazione e del disfacimento del «nido» familiare.

    Lo scritto fu ristampato solo nel 1912 dalla sorella minore di Pascoli, Maria (nel nostro catalogo due lettere della sorella: una del 6 agosto e una datata 10 settembre del 1945 inviate entrambe a Bartolo Nigrisoli), in Limpido rivo. Prose e poesie di Giovanni Pascoli presentate da Maria ai figli giovinetti d'Italia, seguito da una nota esplicativa (p.41):

    «Questo scritto pieno di lagrime fu stampato nel 30 settembre 1895 in pochissime copie non commerciabili. C’era troppo dolore, sebbene in occasione di gioia, per dargli pubblicità. Lo metto ora in questa raccolta per voi, o giovinette, perché non dimentichiate che le gioie più grandi della vostra vita, possono avere nel cuore di coloro che vi vogliono bene, un’eco, molto spesso, di dolore.»

    ellenozze di Ida

    Descrizione fisica e collazione

     

    “Sii felice, lontana da noi!” Chi ce l’avesse detto che di noi tre uno potesse provare e gli altri augurare la felicità lungi dagli altri due! Eppure è così. E intervenuto l’Amore, cosa gentile e terribile, che uccide e crea: che agli uomini dà la gioia presente, unico, e, unico, conserva agli uomini il dolore per il profondo avvenire!

    Il testo edito da Maria, riprodotto di recente in Pascoli, Poesie e Prose (ed. Garboli), presenta alcune varianti rispetto all’edizione originale qui presentata: si introducono 2 minime modifiche alla punteggiatura, si ristabilisce la lezione corretta «massaia» (contro l’erroneo «massaina» dell’originale, p. 10), si sostituisce «fratellini» con «fratelli» («le tuniche dei fratelli» p. 10-11).

    La lettura della plaquette originale si dimostra preziosa anche per smascherare un possibile errore delle edizioni successive: la lezione di p. 10 «Un amico che mi vide in quell’atto, disse poi quel giorno» sarà forse da preferire a «Un amico mi vide in quell’atto, disse poi quel giorno» (lezione che da Limpido rivo è passata anche in Garboli).

    Molto raro, 3 esemplari in Iccu (Biblioteca del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica Alma Mater Studiorum - Università degli studi di Bologna; Biblioteca nazionale centrale - Firenze; Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno).

    Bibliografia essenziale

    — G. Pascoli, Limpido rivo. Prose e poesie di Giovanni Pascoli presentate da Maria ai figli giovinetti d'Italia (Bologna, 1912)
    — G. Pascoli, Poesie e Prose, ed. Garboli, vol. I, pp. 1061-69
    — Gambetti - Vezzosi, Rarità bibliografiche (Milano 2007), p. 642.

    Potete leggere qui il catalogo monografico dedicato a Giovanni Pascoli pubblicato da Libreria antiquaria Pontremoli nel 2018 

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