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Filippo Tommaso Marinetti
Le futurisme ... Manifeste du Futurisme
Il fascicolo del «Figaro» con in prima pagina l’articolo Le Futurisme («prologo»), seguito in seconda colonna dal paragrafo Manifeste du Futurisme («programma»), è un reperto di assoluta rarità ed enorme impatto iconico:
«[The] three-column piece by Filippo Tommaso Marinetti […] was destined to become one of the central documents of the avant-garde [...] a pivotal point in the history […] of twentieth-century aesthetics. […]»
«[…] A veritable ground zero of the avant-garde.» — L. Somigli
Ventitré anni dopo il Manifeste du Symbolisme di Jean Moréas, apparso sul «Figaro» del 30 settembre 1886, Marinetti ce l’aveva fatta, aveva dato la scalata ai suoi miti simbolisti per approdare con altrettanto clamore in cima, sulla prima pagina del maggior quotidiano di Parigi.
La genesi di questo successo risale almeno all’ottobre 1908: curando l’edizione del poderoso volume di Gian Pietro Lucini, Ragion poetica e programma del verso libero (pubblicato nel novembre dalle Edizioni di «Poesia»), Marinetti trae ispirazione per la struttura del suo manifesto, suddiviso in un «prologo» di natura evocativo/letteraria (ragion poetica) seguito dal «programma», di natura prescrittiva.
Tra la fine del 1908 e l’inizio del 1909, il solo «programma» viene stampato su un dépliant da inviare alle redazioni di tutta Italia e di mezza Europa; stralci del manifesto vengono riportati da alcune testate minori (in pochissimi casi il testo integrale, e del solo «programma»); si tratta delle famose “edizioni” del manifesto che precedono quella sul «Figaro», sfiziose trouvailles che nulla hanno a che vedere con il reperto qui in esame:
«[…] in order for the movement to be legitimated it had to find a forum with the appropriate cultural capital and mediating role. What had been virtually buried in the back pages of Italian provincial newspapers gained immediate visibility and notoriety once it appeared in “Le Figaro”.» — L. Somigli
Mentre progrediscono i contatti con il foglio parigino, agevolati dall’avvocato El Rachi, un egiziano amico di famiglia dei Marinetti e azionista del giornale, Marinetti sta elaborando la parte introduttiva del manifesto, il cosiddetto «prologo»: è dunque solo sulla prima pagina di «Le Figaro» di sabato 20 febbraio 1909 che compare il testo integrale del Manifesto del Futurismo:
«Il semble en revanche que Marinetti ait réservé ai quotidien français “Le Figaro” la primeur du texte intégral du manifeste, c’est-à-dire le prologue suivi du programme […].» — G. Lista
Il testo è preceduto da un cappello redazionale di una ventina di righe, che conclude:
«Est-il besoin de dire que nous laissons au signataire toute la responsabilité de ses idées singulièrement audacieuses et d’une outrance souvent injuste pour des choses éminemment respectables et, heureusement, partout respectées? Mais il était intéressant de réserver à nos lecteurs la primeur de cette manifestation, quel que soit le jugement qu’on porte sur elle.»
Rarità e provenienza
«Le Figaro», come tutti i quotidiani, era stampato su una poverissima carta, ricavata da pessimi impasti di cellulosa che conferiscono alle pagine il caratteristico colore opaco e le rendono di difficile conservazione. I quotidiani sono raramente collezionati e le emeroteche, custodi sicure della memoria storica tramandata sui periodici, conservano ormai questo tipo di prodotto esclusivamente su sopporti microfilm o digitali, anche per motivi di spazio.
L’esemplare che qui si descrive — come la maggior parte dei pochi oggi noti — è sopravvissuto a questo scenario inesorabile per un’unica ragione: Marinetti. C’è un divertente appunto, pubblicato da Luciano De Maria in La Grande Milano tradizionale e futurista:
Marinetti racconta di aver vagabondato per ore, insonne, la notte tra venerdì e sabato 20 febbraio del 1909, in attesa che aprissero le edicole, da potervi finalmente acquistare il quotidiano che avrebbe annunciato il suo manifesto a tutta Parigi.
Succede così che, sparse negli archivi delle varie dimore Marinetti, stipate di reperti cartacei futuristi accumulati scopo propaganda, siano emerse nel tempo alcune rare copie del giornale, tipicamente piegate a metà lungo l’asse verticale e in cinque parti lungo l’asse orizzontale, fino a ridurre il foglione alle comode dimensioni di un ottavo tipografico stretto, con la metà alta del foglio (quella con la testata) esterna.
I segni di queste piegature, compresa l’ossidazione più marcata nella parte alta della prima pagina, sono osservabili in pressoché tutte le copie riprodotte in letteratura: si vedano gli esemplari esposti in due grandi mostre recenti, quella per il centenario al Centre Pompidou (Parigi ottobre 2008 - maggio 2009) e quella al Guggenheim di New York nel 2014; nonché la copia della storica mostra a Palazzo Grassi, Venezia 1986, riprodotta in catalogo come copertina della sezione «Futurismo 1909-1918».
L’esemplare presenta un ulteriore elemento di interesse: il segno a lapis blu che Marinetti era solito tracciare per individuare a colpo d’occhio, nel colonnato fitto e piccolo del quotidiano, il Manifeste du Futurisme.
Descrizione fisica e collazione
In folio (625 x 450 mm), pp. 8 (manifesto alla p. 1).
Esemplare con le usuali bruniture alle piegature; localizzati restauri a rinforzare le carte; complessivamente, in buone condizioni.
Esemplare proveniente dagli eredi di F.T. Marinetti, con interventi a lapis blu sulla prima pagina.
Bibliografia essenziale
— P. Hulten, Futurismo & Futurismi, cat. mostra Venezia 1986 (Milano 1986), p. 67
— L. Somigli, Legitimizing the artist: Manifesto Writing And European Modernism 1885-1915 (Toronto 1990)
— Le Futurisme à Paris (Paris-Milan 2008)
— G. Lista, Genèse et analyse du Manifeste de futurisme, 1908-1909 (in Le Futurisme à Paris cit., pp. 78-83)
— P. Tonini, I manifesti del Futurismo italiano (Gussago 2011) n. 1.12
— V. Green, Italian Futurism 1909-1944: Reconstructing the Universe (New York 2014) p. 25 fig. 2
— Printing and the Mind of Man (1983) n. 400;
— C. Salaris, Riviste futuriste (Pistoia 2012) pp. 19-25
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