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  • Anton Giulio Bragaglia

  • Fotodinamismo futurista

  • Sedici tavole. Terza edizione

    Terza edizione, prima aumentata di una fotodinamica: Roma, Nalato Editore, s.d. [1913-1914 ca.]

    «Fotodinamismo futurista is not only one of the most interesting of the numerous Futurist manifestos, it is also the first modernist photobook»

    «The European avant garde generally become interested in photography following the war [...]. Modernist photobook began to appear around early 1920s, although one remarkable manifesto of experimental photography was published in 1913 [...].  Fotodinamismo futurista is not only one of the most interesting of the numerous Futurist manifestos, it is also the first modernist photobook, in the sense that it is the first theoretical text on photography presented in the context of the twentieth-century avant-garde.» — Parr & Badger

    Bragaglia 1

    «Grazie ai fratelli Bragaglia cominciava ... anche per la fotografia, la grande avventura dell’avanguardia»

    «Col fotodinamismo dei fratelli Bragaglia l’occhio meccanico era invece riuscito, per la prima volta, a strappare il velo della realtà oggettiva, a superare cioè le apparenze del mondo “rappresentabile” nella sua prosaica fisicità. La creazione fotografica si liberava così tutt’insieme del vicolo cieco in cui l’aveva richiusa il dibattito tra realismo e pittoricismo rilanciato dagli eredi di Emerson e i seguaci di Stieglitz. Grazie ai fratelli Bragaglia cominciava allora, anche per la fotografia, la grande avventura dell’avanguardia.» — Giovanni Lista

    Bragaglia 10

    Oltre che incunabolo della fotografia d’avanguardia (precede con ampio margine le sperimentazioni di Coburn, Schad, Man Ray...), l’opera di Bragaglia è un eccezionale esempio di libro futurista del decennio eroico 1909-1920.

    La copertina reca un design anonimo (dell’autore) che è stato giustamente accostato alla contemporanea impostazione sperimentata da Ardengo Soffici sulla copertina di Contro la morale sessuale, pampleth del lacerbiano Italo Tavolato pubblicato nella prima metà del 1913:

    «[...] cover for [Tavolato’s] 1914 Contro la morale sessuale [...] makes even the price (twenty cents) part of the typographic design. The blocks of texts are analogous in Anton Giulio Bragaglia’s Fotodinamismo futurista [...] of 1913» (Scudiero in The Avant-Garde Applied, p. 176c)

    Bragaglia 3

    Dopo la copertina con lettering allargato a occupare tutta la gabbia tipografica, spezzando le parole tra una riga e la successiva senza curarsi dell’ortografia, il libro si apre quindi senza frontespizio, direttamente con il testo: la premessa anzitutto, titolo che campeggia cubitale e spazieggiato a riempire intero la giustificazione:

    «Il presente saggio, per qualche parte già letto in una Conferenza tenuta dall’Autore in Roma, presenti i poeti futuristi, Marinetti, Folgore e Altomare e, per qualche altra, pubblicata nel “Giornale d’Italia” e in “Noi e il mondo”, se contiene la ripetizione di qualche concetto è per il fatto che [...] sono state chiarite con insistenza quelle idee che l’Autore desiderava rendere note anche a chi legge solo qua e là, ed ai non pochi che soffrono di rammollimento. | Questo [...] per evitare, benevolmente, a molti lettori, la mostra della propria balordaggine che, così spesso, vien fatta palese da quelle conclusioni, che la maggior parte di essi pronunzia per la solita, ben nota, bestialità».

    Bragaglia 5

    Come si legge, al di là di informazioni essenziali al fine di una datazione corretta dell’edizione (i riferimenti alla conferenza, al “Giornale d’Italia” e al mensile “Noi e il mondo”), il linguaggio è estremamente futurista, immediatamente sintetico, pugnace e aggressivo. La premessa si chiude subito dopo, nello stesso tono, con una dichiarazione insieme sorprendente e di grande importanza — in riferimento alla polemica boccioniana contro la fotografia:

    «Anche per questo ci piace inoltre di far osservare, che io e mio fratello Arturo, non siamo fotografi, e ci troviamo ben lontani dalla professione di fotografi. | La quale circostanza dimostra come non siamo gente che batte la grancassa per la propria bottega».

    Bragaglia

    Il libro prosegue, futuristicamente, con un curioso sommario/indice degli argomenti e quindi con il testo, organizzato in sessantuno punti più o meno brevi, dalle quattro righe alla pagina e mezza, caratterizzati dal tipico andamento e argomentare lapidario del manifesto futurista. Chiudono l’opera le tavole.

    Bragaglia 3

    La prima edizione del Fotodinamismo è di mitica rarità, tant’è che grande incertezza durava da tempo sulla datazione effettiva del volume. L’edizione moderna di riferimento, pubblicata nella prestigiosa e vivace collana «Einaudi letteratura» con apparati e importanti saggi a corredo (1970, 1980 in edizione aumentata), riproduceva in anastatica la terza edizione, con un regesto delle varianti tra il testo a stampa e quello di una bozza dattiloscritta conservata al Centro studi Bragaglia, datando con sicurezza la prima edizione al 1911, le due successive al 1913.

    In realtà tutti i dati, esogeni ed endogeni (tra i quali gli interventi in rivista menzionati dall’autore nella premessa), localizzano gli exploit pubblici di Bragaglia a proposito del fotodinamismo intorno all’aprile 1913, e il libro è datato oggi da autorevoli fonti in prima edizione al giugno 1913 (Echaurren, Cammarota, Lista, Gambetti...), con le due edizioni successive a breve seguire. Boccioni parla duramente di Bragaglia e del suo libercolo in una lettera del 4 settembre 1913 al gallerista Giuseppe Sprovieri: «Il suo libercolo mi è sembrato, e così agli amici, semplicemente mostruoso. Grottesca la prosopopea, e l’infatuazione sull’inesistente» (Archivi del futurismo, I, Roma 1958, p. 288).

    Le tre edizioni si susseguono evidentemente a breve l’una dall’altra, mantenendo grossomodo identica la lastra della copertina, stampata su carta arancione per la prima edizione, e su carte beige per seconda e terza.

    Cambia l’indicazione al piede: «prima edizione | 20 soldi»; «seconda edizione | 10 soldi»; «terza edizione | 10 soldi». Cambiano leggermente le misure dei volumi — ma è questione di pochi centimetri e di carte diverse per necessità tipografiche: non si riscontra una differente intentio editionis — e cambia soprattutto la terza edizione, ridisponendo le carte patinate e aggiungendo tout court la fotodinamica Un gesto del capo, così che le tavole diventano effettivamente 16, contenenti 17 fotografie.

    Bragaglia 6

    Pur mancando ancora oggi dati concreti, l’impressione è che intercorra un lasso di tempo maggiore, utile a quei minimi ripensamenti, tra la terza e le prime due edizioni: la quale, seguendo Echaurren (Futurcollezionismo, p. 13), andrà dunque collocata nella prima metà del 1914.

    Due parole merita infine l’editore del volume, lo sfortunato filibustiere dell’editoria italiana Giuseppe Ugo Nalato (1884-1945) altrimenti noto sotto il nom de plume di Gian Dàuli: vicentino ma uomo di mondo, avventuriero di stampo dannunzian-marinettiano, qui agli inizi della sua carriera, proprietario della tipografia romana Mundus con la quale stampava i giornali “Mundus Echo International” e “The Roman Herald”, da lui stesso diretti e dedicati al pubblico inglese di stanza nella capitale.

    Il Fotodinamismo è il suo primo, clamoroso capolavoro da editore, naturalmente negletto come tutti i successivi fragorosi fallimenti (in particolare la casa editrice Modernissima e la collana «Scrittori di tutto il mondo») — riguardati oggi con ammirazione quali coraggiose e raffinate forme di avanguardia editoriale illuminata.

     

    Descrizione fisica e collazione

    In 8° grande, legatura editoriale a triplo punto metallico con copertina in brossura incollata a pressione (sottoscrizione tipografica stampata in nero al piede della quarta di copertina: «Tip. Poliglotta «Mundus» di G.U. Nalato. Roma, Via Corsi, 74»); pp. 47 [1] e a seguire [16] carte patinate avorio.

    Nelle fotografie: esemplare ottime condizioni, conservato nella brossura originale (usuali segni del tempo).

     

    Bibliografia essenziale

    —Giovanni Lista, I futuristi e la fotografia (cat. della mostra; Modena: Panini, 1986)
    —Pablo Echaurren, Futurcollezionismo (Milano: Sylvestre Bonnard, 2002)
    —Martin Parr & Gerry Badger, The Photobook: a History, I (London: Phaidon, 2004)
    —Domenico Cammarota, Futurismo: bibliografia di 500 scrittori italiani (Milano: Skira, «Documenti del Mart» 10, 2006)
    —The Avant-Garde Applied. La vanguardia aplicada. 1890-1950 (cat. della mostra; Madrid: Fundación Juan March, 2012)
    —Giampiero Mughini, “Da Italo Svevo a Maurizio Cattelan: i 51 libri italiani più belli degli ultimi cento anni” (in: Una casa romana racconta, Milano: Bompiani, 2013, pp. 181-255)
    —Futurismo: Collezione Mughini (Milano: Libreria antiquaria Pontremoli, 2014)
    —Giovanni Lista, Fotografia futurista (Milano: Carla Sozzani, 2015)
    —Lucio Gambetti, Rari e preziosi del Novecento (in «Alai: rivista di cultura del libro» 2, 2016, pp. 17-58)

     

     

     

     

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