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[Conciliatore]
Il Conciliatore. Foglio Scientifico-Letterario
1818-1819 , Tipografia dell’Editore Vincenzo Ferrario, contrada San Vittore e 40 Martiri , Milano
EURO 7.500,00
Edition Collezione completa.
Notes Rarissima raccolta completa in 118 fascicoli compresi gli ultimi due, mai distribuiti. Il «Foglio azzurro», così detto dall’inconfondibile colore della carta utilizzata per la stampa, si pubblicò due volte la settimana dal 3 settembre 1818 al 17 ottobre 1819, per cura della Società del Conciliatore, un organismo che vedeva Luigi Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri in qualità di soci finanziatori, Ludovico Di Breme, compilatore, Pietro Borsieri «sottocompilatore», Giovanni Berchet «sottocompilatore», Silvio Pellico, compilatore e Vincenzo Ferrario, tipografo stampatore. Tra gli altri collaboratori, Giovanni Arrivabene, Giovan Battista De Cristoforis, Giannantonio Llorente, Giuseppe Longhi, Giuseppe Montani, Fabrizio Mossotti, Giuseppe Nicolini, Giuseppe Pecchio, Giovanni Rasori, Adeodato Ressi, Gian Domenico Romagnosi, Pellegrino Rossi, Sismonde de Sismondi, Rodolfo Vantini, Ermes Visconti. Tutti firmavano con le sole iniziali. Fino al fascicolo 112 (pp. 1-454), il foglio mantenne la medesima testata, estremamente spoglia, caratterizzata dal titolo centrale in corpo grosso, sormontato in piccolo da numero (in arabi) e data, e seguito sempre in piccolo dal famoso motto «... Rerum concordia discors»; a partire dal numero 113 e fino alla fine, nella maggioranza degli esemplari il titolo viene sostituito da una piccola incisione centrata, raffigurante un albero piegato dalla tempesta, cui segue semplicemente, in corpo grosso maiuscolo, l’indicazione del numero in romani. -- Sulla falsariga del «Caffè» di Verri e Beccaria, il Foglio azzurro si occupò di moltissimi argomenti, dalle lettere alle scienze, passando per l’economia, il diritto, la filosofia morale, le questioni politico-amministrative: «Silvio Pellico si incaricava della preparazione dei singoli numeri e si preoccupava, nonostante le sue opinioni allora politicamente molto avanzate, di contrastare gli atteggiamenti anticristiani del Rasori, designato fin dall'inizio fra i collaboratori del Conciliatore. [Al periodico] collaborarono fin dal principio i giuristi Romagnosi e Ressi, mentre l’abate di Breme, Pietro Borsieri, Giovanni Berchet ed Ermes Visconti vi sostenevano con cultura e con brio la lotta contro i classicisti. Il Pecchio si occupò soprattutto di materie economiche, per le quali furono corrispondenti da Ginevra il Sismondi e Pellegrino Rossi» (Treccani 1931, s.v.). -- Del «Conciliatore» sono noti i momenti di polemica letteraria e politica, che videro i romantici, di idee liberali, attaccare a viso aperto i classicisti, vicini alla Restaurazione austriaca. Più recentemente, si è posta attenzione anche all’importante dibattito economico sviluppato nel foglio: «due sono i filoni principali d’intervento: il dibattito sull’industrializzazione e quello sulla forma di proprietà più adatta ad un corretto ed equilibrato sviluppo economico. In relazione al primo punto, la discussione sullo sviluppo industriale si amplia e arricchisce il dibattito in favore o contro il protezionismo doganale. Accanto ad autori come Pellico, convinti assertori di uno sviluppo agricolo e commerciale fondato soprattutto sulla capacità degli aristocratici illuminati della Lombardia di promuovere il benessere e l’incivilimento regionale […], Giuseppe Pecchio si dichiara a favore di una politica di diretto intervento governativo, con il compito di promuovere lo sviluppo e di garantire, mediando gli interventi delle varie classi. Esemplari in questo senso sono gli articoli tratti dall’opera di Jean Antoine Chaptal sull’industria francese […]. Pecchio allarga poi la sua analisi allo sviluppo dell’economia lombarda del periodo, esaminando i riflessi e l’importanza avuta per il Lombardo-Veneto dal blocco continentale, e dalla formazione di un più vasto mercato in seguito alla creazione di un grande stato dell’Italia settentrionale. […]. Pellico […] mostra la sua netta predilezione per il modello inglese della concentrazione terriera e nel presentare la seconda edizione dell’Inquiry di James Maitland Lauderdale scrive che benché in Gran Bretagna vi siano “parecchie enormi fortune sembra che per esse non diminuisca essenzialmente il bene della maggior parte. I contadini proprietarj, i massaj e i manifattori, se si paragonano a quello del continente, si distinguono in Inghilterra per l’agio e persino l’opulenza in cui vivono” (2 maggio 1819, p. 284) […]» (Bibliografia dei periodici economici lombardi). -- Dopo un primo periodo di relativa tranquillità, «Il Conciliatore» divenne bersaglio della censura austriaca, complici le posizioni sempre più moderne che andava abbracciando: in un crescendo di malsopportazione e ammonimenti, il foglio fu costretto a chiudere. Vittore Branca scrive che col n. 116 terminava la parte del Conciliatore distribuita agli associati; anzi lo stesso n. 116 ebbe pochissima diffusione («… come si rileva dalle numerose raccolte in cui manca») causa il sequestro quasi immediato. I numeri 117 e 118 non vennero neppure distribuiti, anche se già pronti per la stampa; le poche copie che ebbero modo di circolare furono soltanto quelle destinate ai redattori.
Condition Qualche fioritura, nel complesso un ottimo esemplare, a margini quasi pieni (375 x 255 mm), in legatura coeva (restauri con rinforzi in pelle alla cerniera superiore; la cerniera inferiore risulta parzialmente fessurata). Timbretto di antica provenienza «Raccolta Levino Robecchi» alla seconda carta. -- Allegato al volume il rarissimo bifoglio che annunciava la prossima uscita del periodico: stampato su carta bianca l’1 luglio 1818, conteneva il «Programma» e i «Patti dell’associazione». Il «Programma» qui non è firmato, ma nella ristampa approntata su carta azzurra in occasione dell’uscita del primo numero (con il differente titolo di «Introduzione») compare in fine la sigla P. B. (Pietro Borsieri). I «Patti dell’Associazione», invece, recano la firma di Vincenzo Ferrario, e risultano di grandissimo interesse, esplicitando, con oltre due mesi di anticipo rispetto all’uscita del primo numero, quale sarebbe stato l’aspetto assunto dal giornale: «I. Il primo numero del Conciliatore comparirà il giorno 3 di settembre prossimo venturo. Questo foglio uscirà due volte per settimana, ne’ giorni di Giovedì e Domenica precisamente a mezzodì. II. Esso sarà composto di quattro pagine di due colonne ciascuna, nella forma e nel carattere di questo Programma [...]. III. La carta sarà della dimensione e qualità della presente, ma di colore alquanto ceruleo [...]».
Physical description in folio, rilegatura d’epoca in mezza pelle con grandi angoli, sei nervature con impressioni oro al dorso, titolo in oro al secondo scomparto, sguardie in carta pettinata, pp. 478 con numerazione progressiva, oltre alle 2 carte iniziali con frontespizio (abbellito da minuta incisione raffigurante un fascio di spighe) e «Introduzione» (siglata da P[ietro] B[orsieri]) e le carte mute a inizio e fine; carta azzurra.
BibliographyBranca, rist. anast. del Conciliatore (3 voll. Firenze, 1953-54); Clerici, Il Conciliatore (Pisa 1903); Bibliografia dei periodici economici lombardi (Milano 2005), s.v.
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