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  • 06 Maggio 2015
  • Martin y Soler & Lorenzo Da Ponte vs. Amelia Rosselli

  • La vetrina  propone due opere strettamente connesse alla messa in scena in un teatro, dunque destinate all’immediato consumo del loro pubblico; ma lungi dall’essere un prodotto editoriale effimero sono entrambe da ritenersi (per varie ragioni) un piccolo cimelio, o almeno un tassello che compone il vasto mosaico degli eventi storici, artistici, politici. Il primo è un libretto d’opera scritto da Lorenzo Da Ponte e musicato da Martin & Solier, stampato su richiesta della Corte  di Napoleone; il secondo è il dramma d’esordio con il quale Amelia Rosselli vinse il concorso nazionale nel 1898.   

    [Da Ponte Lorenzo e Vicente Martín y Soler]. L’arbore di Diana. Dramma in due atti. Senza indicazioni di luogo e stampa. Legatura originale in tela sottile muta (due carte bianche per riguardi), con piccolissime mende agli angoli e al dorso. Misura 12 x 19,5 cm. Sono 32 pagine a stampa in brossura.

    Da Ponte Martin - Arbore Di Diana

    Martín y Soler (qui italianizzato in Martini , Valencia, 1754 – San Pietroburgo, 1806), un maestro nell’opera buffa, ottenne nel 1787 un successo clamoroso al Burgtheater di Vienna con L'arbore di Diana, su libretto dapontiano: quasi settanta rappresentazioni in breve volger di tempo. Da Ponte nelle sue memorie scrisse che questo per mia opinione è il migliore di tutti i drammi da me composti.
    Sabato 6 settembre 1809 il solo primo atto fu messo in scena nel castello di Schonbrunn (Schlosstheatre) per rendere omaggio all’imperatore Napoleone (Maria Teresa d’Austria sarebbe diventata sua moglie nel marzo dell’anno successivo e qui si cominciava a preparare il matrimonio); il nostro esemplare (con il testo del solo primo atto rappresentato e con l’elenco dei cantanti della serata, nei rispettivi ruoli) è parte della tiratura stampata appositamente per la serata.
    Al retro del piatto posteriore la copia è arricchita da un piccolo timbro Libreria Umberto Saba Via San Nicolò 30 Trieste.

    Da Ponte Martin - Arbore Di Diana02

    *  *  *

    Pincherle Rosselli Amelia. Anima. Torino, S. Lattes & C. Librai-Editori, 1901, brossura originale a stampa, in 16°, pagine (6) 141 (1). Dorso rifatto, esemplare fresco stampato dalla tipografia di Vincenzo Bona.

    Rosselli-Anima

    All’occhietto una dedica autografa dell’autrice, datata febbraio 1910, per Jolanda De Blasi (Catanzaro, 1888 – Firenze, 1964), allora appena laureata e poi prestigiosa docente di letteratura al Poggio Imperiale (SS. Annunziata). Carlo Michelstaedter rinunziò al legame sentimentale con De Blasi, compagna di studi, per via della dura opposizione dei genitori di lui; critica teatrale di fama lasciò l’insegnamento nel 1945 anche in ragione dei legami stretti con il regime fascista (è nota soprattutto per i due volumi sulle scrittrici italiane dalle origini al 1800).
    Amelia Pincherle (Venezia, 1870 – Firenze, 1954) si era sposata con Giuseppe Emanuele Rosselli nel 1892: è zia di Alberto Moravia, madre di Carlo e Nello, nonna della poetessa omonima (figlia di Carlo e nata in Francia, durante l’esilio).
    Nel 1910 certamente non si poteva prevedere la nascita del regime; rimane curiosa la dedica ad una ancora giovanissima futura sostenitrice del Mussolini da parte di una vera icona dell’antifascismo. Ma Amelia, già alla fondazione nel 1908, aveva aderito al Lyceum Club di Firenze (un circolo di sole donne) ed era diventata presidente della sezione letteraria; in quel ruolo ritroviamo nel ventennio la De Blasi, che nel 1938 aggiunse allo Statuto l’appartenenza alla razza ariana (così che anche volendo l’ebrea Pincherle non poteva più partecipare alle attività).

    Rosselli-Anima02

    Amelia Rosselli fu forse la prima autrice italiana di teatro moderno; Anima, dopo la vittoria al concorso drammatico indetto per l’Esposizione Nazionale, fu messo in scena dalla Compagnia  Drammatica del Teatro d’Arte, di Alfredo De Sanctis (1865-1954) e Clara Della Guardia al Politeama Gerbino. Scrisse poi, dopo questo successo, altri pezzi per il teatro, anche in dialetto veneto.

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